Sono realistici i tuoi allenamenti?

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Come deve essere strutturata un’esercitazione per essere efficace? Quali sono i presupposti che un buon insegnante deve tenere a mente nell’organizzare una lezione? I nostri allenamenti sono inseriti in una cornice di realtà?

Partiamo dai concetti di base per capire innanzitutto quali sono le esercitazioni più utilizzate.

Osservando la maggior parte delle scuole tennis, possiamo notare che i maestri utilizzano molto il cesto. Questo strumento a volte sinonimo di un centro di potere di proprietà esclusiva del maestro, ma che in realtà andrebbe utilizzato in modi diversi e condiviso con i nostri allievi.

Le esercitazioni più utilizzate sono quelle denominate a blocchi: eseguo ad esempio un certo numero di diritti diagonali partendo da un determinato punto. Queste esercitazioni sono consigliate nella fase di avviamento del minitennis, in quanto permettono la ripetizione di un determinato gesto tecnico e la conseguente assimilazione a livello inconscio.

Con la conseguente crescita del livello di gioco, e per crescita non intendiamo mesi, ma anche a volte poche settimane queste esercitazioni possono trasformarsi in esercitazioni seriali, ad esempio un diritto e un rovescio giocati in maniera non randomizzata.

Andando avanti con la pratica si utilizzeranno esercitazioni variabili, ossia ad esempio una palla lunga e poi una palla corta.

Lo step finale sarà costituito da un’esercitazione di tipo randomizzato dove l’imprevedibilità attiverà nel giocatore un processo di anticipazione mentale e motoria.

Da questo breve riassunto sulle tipologie di esercitazioni possiamo arrivare ad una considerazione fondamentale. La pratica a blocchi, ovvero la ripetizione di un certo numero di colpi sempre uguali (es. una serie di diritti lungolinea) non serve a molto per la crescita tecnica di un giocatore, perché non è attinente a quello che realmente accade in un campo da tennis, ma diventa una mera ripetizione di un gesto tecnico svincolato da qualsiasi schema mentale, tattico o strategico. Può essere utile in fase di “pulizia tecnica”,  per ritrovare la corretta percezione di un gesto, ad esempio dopo un torneo, o come abbiamo detto prima, nella fase di avviamento, ossia in quella fase di costruzione iniziale di un determinato colpo.

Ad un livello superiore all’avviamento le esercitazioni devono essere inserite dentro una CORNICE DI REALTA’.

A questo proposito ad esempio nel caso del servizio “cedere”  l’utilizzo del cestino al nostro allievo e fargli rimettere in gioco la palla eseguendo il colpo del servizio sarà sicuramente più attinente alla realtà, piuttosto che fargli eseguire un cesto intero di battute senza che dall’altra parte del campo ci sia un avversario. Pensate oltretutto a quanti colpi di servizio un allievo potrebbe esercitare in una singola lezione, rimettendo in gioco la palla con la battuta. Si allenerebbe nel servizio e imparerebbe anche ad uscire dal servizio per essere pronto ad eseguire il colpo successivo.

Domandiamoci quindi: quante volte le nostre esercitazioni sono attinenti alla realtà di uno scambio di partita?

Cerchiamo quindi di rendere le nostre lezioni più realistiche possibili, facendo allenare i nostri allievi con esercitazioni che ricalchino la realtà di un punto. Si troveranno in partita ad aver già vissuto più e più volte quell’esperienza e potranno utilizzare gli strumenti che inconsciamente avranno assimilato.

Mauro Marino
Responsabile Nazionale e della Formazione AICS Tennis

 

7 Responses to Sono realistici i tuoi allenamenti?

  1. Daniele scrive:

    Caro Mauro, trovo questo articolo interessantissimo e verissimo.

  2. Mauro Marino scrive:

    Grazie Daniele.

  3. valerio cerami scrive:

    Grande mauro,sono completamente daccordo su tutto quello che hai scritto,6 un grande..anzi siete dei grandi professionisti e insegnate delle nozioni VERAMENTE importanti x questo MAGNIFICO sport..un abbraccio a tutto lo staff aics!!

  4. Castiglia Claudio Antonino scrive:

    non c’e’ niente di piu’ vero, sempre pensato e sempre messa in pratica questa tesi sui miei schemi di allenamento dove spesso faccio giocare 5 palle a sorpresa in modo da non dare punti di riferimento all’allievo e abituandolo ad aspettarsi tutto dall’avversario, soprattutto se lascia parti di campo scoperte.
    OTTIMA OSSERVAZIONE, GRANDE MAURO!

  5. Valerio Cerami scrive:

    Come sempre Mauro c illumini del tuo sapere,e grazie a te riportiamo ai nostri allievi tutto quello che hai scritto..un abbraccio Valerio c.

  6. angelo scrive:

    gentilissimo mauro, sono un 73enne al quale piacerebbe impare a giocare a tennis x questo leggo moltissimo e trovo queste lezioni mollto molto interessaNTI. GRADIREI SE POSSIBILI CHE OLTRE alla parte sritta si potesse figurativamente vedere le varie impugnature e relativi posizionamenti sul campo. grazie e sopratuto un buon anno di tennis. saluti angelo

  7. Mauro Marino scrive:

    Gentile Angelo,
    ti ringrazio per il tuo messaggio positivo.
    Mi fa piacere il tuo interesse verso questo meraviglioso sport.
    Stiamo lavorando per offrire sempre più contenuti tecnici e non solo, a tutte le persone che ci seguono.
    Prossimamente metteremo in linea anche articoli con immagini e video.
    Nel frattempo colgo l’occasione per augurarti un Buon 2017.
    A presto
    Mauro

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